Libero, indipendente, scomodo, anticonformista. E sardo.
Questo è il sito dei libertari isolani, nato con l'obiettivo di divenire uno spazio di confronto e condivisione di idee tra coloro che vogliono vivere in un territorio senza Stato, in assoluta libertà, qui, in Sardegna.
Innanzitutto chiariamo chi siamo. Ovvero, chi sono i libertari.
Il libertarianismo è la filosofia politica che si basa sull'assunto della non aggressione, unica regola da seguire nel vivere tra e con gli altri esseri umani. Una teoria semplice, che si potrebbe riassumere nella frase fatta "vivi e lascia vivere" o nella triade "vita, libertà e proprietà". Di fatto, chiunque non uccide, aggredisce, ruba o distrugge le cose altrui, vive da libertario. Chi accetta che nessun altro, singolo o gruppo, possa compiere quei crimini, è un libertario.
Una filosofia di vita che non impone nulla a nessuno e che non mira a costruire società perfette e utopiche. Molto semplicemente, i libertari - nell'accezione anglosassone di "libertarians" - vogliono vivere liberi, rispettando gli altri e ricevendo in cambio il medesimo rispetto, a prescindere da qualsiasi fittizia appartenenza a classi sociali di vario genere: italiani o stranieri, ricchi o poveri, bianchi o neri, eterosessuali o gay, uomini o donne, giovani o anziani, imprenditori o fornitori di opera, e via dicendo.
Una libertà che si estende, visti i presupposti, a qualsiasi attività umana, a partire dalla vita privata, per proseguire con la vita familiare, quella lavorativa e quella sociale.
Possiamo definire la parola "libertà" come l'insindacabile e personalissima scelta tra le differenti opzioni che ogni individuo si trova di fronte nella propria esistenza.
Una libertà di scelta che trova il proprio limite nel corpo e nei beni altrui, e che di conseguenza non può essere limitata da alcuna autorità collettiva, per motivi di cosiddetto "interesse generale" o di "bene comune", definizioni che i libertari considerano pura aria fritta ad uso e consumo del potere politico, utilizzate come giustificazione di qualsiasi scelta "democratica" che invece punta a distruggere la libertà personale e a rendere le persone schiave di maggioranze o minoranze ben organizzate.
Il rifiuto della "politica" come metodo di superamento degli attriti che si creano nella società porta noi libertari a proporre una organizzazione sociale senza Stati. Lo Stato, infatti, è per definizione l'organismo che si autoassegna il monopolio della violenza su un determinato territorio. Violenza che si traduce sia nell'esproprio dei beni legittimamente posseduti dagli individui che risiedono su quel territorio, attraverso l'imposizione fiscale o altre leggi che limitano gli utilizzi dei propri beni e della propria inventiva, sia nella produzione di leggi, regolamenti, direttive, ordinanze, che riducono gli spazi di libertà individuale e danno vita a quella spaventosa macchina burocratica che noiche viviamo in Italia e in Sardegna conosciamo fin troppo bene.
Una vita senza poteri politici è possibile. Anzi, è auspicabile ed è fattibile, perfino in Sardegna.